[oberlist] Kapwani Kiwanga - Mediated Measures | Viafarini, Fabbrica del Vapore | Milan

Simone Frangi s.frangi at viafarini.org
Tue Jun 16 16:51:44 CEST 2015


Dear friends and colleagues,

I'm very pleased to invite you to the opening of the first italian solo show
of Kapwani Kiwanga that I'm curating at Viafarini, Fabbrica del Vapore
(Milano).
It would be wonderful to see you all there.



*Kapwani Kiwanga*
*Mediated Measures*
*Opening, 18th June 2015, 7 p.m. *


Warm regards,

Simone Frangi

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*Kapwani Kiwanga*
*Mediated Measures*
a cura di Simone Frangi

opening giovedì 18 giugno, 19.00

In chiusura della stagione espositiva 2014-2015, Viafarini è lieta di
presentare* la prima mostra monografica dedicata in Italia all'artista
canadese Kapwani Kiwanga
<http://customer13458.musvc1.net/e/t?q=4%3dOVLVV%26E%3dI%26E%3dPcN%26F%3dPcRWU%26N%3dz2y4sKHI_0rqs_K2_Ftkq_P9_0rqs_J7KPE.ByIE2BB30K468y.H08_Ftkq_P9%26v%3dDILD4O.GwK>*
(1978, Hamilton, Canada. Vive e lavora a Parigi, Francia).

(scroll down for english version)
[image: Questo testo viene mostrato quando l'immagine è bloccata]Kapwani
Kiwanga, documentazione della performance "Binding Ties: Grand
Palais", 2014Articolata
in un regime ibrido d’*esplorazione tra scienze sociali e pratica artistica*,
la ricerca di Kiwanga s’incarna di preferenza in territori culturali misti,
dove domini di conoscenza a priori distinti riescono a incrociarsi. Grazie
a sistemi e protocolli, che agiscono come prismi attraverso i quali
osservare istanze culturali, Kiwanga mette alla prova la capacità di
quest’ultime a mutare e a modificarsi nell'incontro con altre.

*La formazione teorica di Kiwanga nel campo dell’antropologia e delle
religioni comparate *imprime ai suoi formati di ricerca una tensione
particolare in cui la gestualità artistica si genera grazie all’incrocio di
temporalità differenti, alla coesistenza dell'immersione nel passato e
della proiezione nel futuro, alla de-gerarchizzazione delle fonti del
sapere e all'invenzione di narrazioni e finzioni speculative. La *coincidenza
di registri eterogenei - dalla ricerca accademica alla cultura popolare *-
è una metodologia che l'artista utilizza con l'obiettivo di liberare la
“produzione di conoscenza” da pregiudizi di valore, dissolvendo la
separazione rigida tra le discipline e i diversi registri del sapere.

*Film, installazioni e performance esplorano in modalità complementari la
relazione tra il credere ed il sapere razionale* cercando di immaginare
possibilità diverse di rendere presente gli aspetti invisibili e
intangibili del magico e del soprannaturale. Tramite il ricorso ai modi di
rappresentazione tipici del documentario e a diverse fonti "materiali"
(come gli archivi e documenti fotografici) oltre che a testimonianze
scientifiche quanto soggettive, Kiwanga costruisce una complessa *pratica
artistica densa d’immaginari provenienti dall’afrofuturismo, dalle lotte
anti-coloniali e dalla loro memoria, da sistemi di credenze religiose e
dalla cultura vernacolare.*

*Il cuore del progetto milanese di Kapwani Kiwanga* *è l’assunzione
dell’aptico  - il toccare, lo sfiorare, il palpare - come modalità minima
di* *relazione con un contesto urbano: il tessuto milanese, frangia estrema
della dorsale economica definita Blue Banana* e prototipo di quel corridoio
europeo tra Manchester e Genova punteggiato da anonime megalopoli, viene
misurato utilizzando il corpo come struttura di mediazione.

La strategia di *lettura dell’anonimità urbana* *grazie all’estrema
soggettività del corpo *prende le mosse da un* lavoro performativo ed
etnografico sull’ambiente*, che assume i candidi guanti da art handler come
dispositivo di registrazione e collezione del contesto. A partire da una
ricerca sulla manipolazione degli “oggetti etnici” trattati con i pesticidi
nei musei etnografici europei,  il guanto - superficie e barriera tra il
corpo e l’oggetto - circola infatti nella produzione di Kiwanga, come
analogia della dinamica tra fascinazione e rigetto culturale.
*Nel progetto presentato a Viafarini,* il guanto ritorna nel suo uso
inverso, come occasione di sporcarsi e lasciarsi corrompere e contaminare.
Lasciando spazio alla narratività intrinseca della materia,* Kiwanga
corregge l’autorità implicita nella narrazione storica e urbanistica, per
concentrarsi, in un corpus di lavori installativi e in un wall drawing, su
quegli strati degli oggetti d’uso comune che appaiono come “fuggenti”*, i
flussi e le transizioni, dove si può testare però una chiara incrostazione
della provenienza sociale e politica di colui che li impiega.
Si ringraziano Sofia Bersanelli e Alice Bachmann per l'assistenza
all'artista.
*Kapwani Kiwanga* (1978, Hamilton, Canada. Vive e lavora a Parigi, Francia)
ha studiato Antropologia e Religioni Comparate alla McGill University
(Canada). Ha successivamente seguito il programma post-diploma “La Seine” a
l’Ecole National Supérieure des Beaux-Arts di Parigi (Francia) per poi
completare la sua formazione presso Le Fresnoy – Studio National des Arts
Contemporais, Tourcoing (Francia).
Kapwani Kiwanga è stata artista in residenza presso MU Foundation,
Eindhoven (Olanda) e presso Le Manège, Dakar (Senegal); è stata nominata
due volte ai BAFTA ed ha esposto internazionalmente presso: Centre
Pompidou, Parigi (Francia); Glasgow Centre of Contemporary Art, Glasgow
(Scozia); Paris Photo, Parigi (Francia); Bienal Internacional de Arte
Contemporáneo, Almería (Spagna); Art Catalyst, London (UK), Kassel
Documentary Film Festival, Kassel (Germania), Kaleidoscope Arena, Rome
(Italia), Maraya Art Centre, Sharjah (U.A.E).
Tra i recenti progetti espositivi: WIELS – Centre d’Art Contemporain,
Bruxelles (Belgio); Bétonsalon, Parigi (Francia); South London Gallery,
Londra (UK); Jeu de Paume, Parigi (Francia); Berlin Ethnographic Museum,
Berlino (Germania), The Swedish Contemporary Art Foundation, Stoccolma
(Svezia); Galerie Marian Goodman, Parigi (Francia); Fondation Ricard,
Parigi (Francia), Salt, Istanbul (Turchia), Irish Museum of Modern Art,
Dublino (Irlanda), Tiwani Contemporary, Londra (UK), Tanja Wagner, Berlino
(Germania).
Kapwani Kiwanga è rappesentata da Galerie Tanja Wagner (Berlin) e da
Galerie Jêrome Poggi (Paris)
*Kapwani KiwangaMediated Measures*
curated by Simone Frangi

Opening 18th June 2015, h. 7 p.m.

As the closing event of 2014-2015 program, Viafarini is pleased to present *the
first monographic show dedicated in Italy to the Canadian artist Kapwani
Kiwanga* (b. 1978 in Hamilton, Canada. Lives and works in Paris, France).

Articulated as a hybrid regime of *exploration in between social sciences
and artistic practice*, the research of Kiwanga predominantly embodies in
mixed cultural territories, where previously separated domains of knowledge
succeed in crossing each other. Thanks to systems and protocols which
operate as prisms through which cultural instances can be observed, Kiwanga
tests their ability to mutate and to modify themselves in the frame of the
mutual meeting.

*Kiwanga’s theoretical training in the field of anthropology and
comparative religions *transmits to her research formats a particular
tension in which artistic gestures generate thanks to the intersection of
different temporalities, to the crossing of the immersion in the past and
the projection in the future, to the de-hierarchisation of knowledge
sources, to the invention of narratives and speculative fictions. *The
coincidence of heterogeneous registers – from academic research to popular
culture *– is the methodology that the artist employs in order to liberate
the “knowledge production” from ambivalent prejudices around values,
blurring the rigid separation between disciplines and knowledge registers.

*Films, installations and performances explore in alternate modalities the
relationship between belief and rational knowledge *trying to image diverse
possibilities for materializing the invisible and intangible aspects of the
magic and the supernatural. Drawing upon documentary modes of
representation, material sources such as archives and photographic
documents, scientific but also subjective proofs, Kiwanga structures *a
complex artistic practice full of imaginaries coming from Afrofuturism,
colonial struggles and their memories, systems of religious faiths and
vernacular culture.*

*The core of Kapwani Kiwanga’s Milanese project is the assumption of the
haptic – touching, brushing against, squeezing – as minim procedure of
relation with the urban contest: the fabric of the city of Milan – taken as
the extreme edge of that economical hogback called Blue Banana* and equally
as the prototype of that European hallway from Manchester to Genoa - is
measured using the body as a structure of mediation.

This strategy, employed for *reading the anonymity of the urbanity through
the intimate subjectivity of the body*, proceeds from *a performative and
ethnographic work on the environment *assuming art handler white gloves as
a device for recording and collecting the context. Hailing from a previous
research on the manipulation of pesticide-treated “ethnical objects” in
ethnographic European museum, the figure of the glove – surface and barrier
between the body and the object – circulates in Kiwanga’s production as an
analogy of the oscillation between fascination and cultural rejection.
*In the mist of the project at Viafarini*, the glove recurs in its inverted
signification, namely as an occasion of blemishing, spoiling and
contaminate “purity”. Opening up to the intrinsic narrativity of
materiality, *Kiwanga amends the implicit authority of historical and
urbanistic narratives with the aim of focusing through a set of
installation works and a wall drawing on these “fugitive” layers of every
day objects*: fluxes, transient states and transitions where one can
eventually detect evidences of the social and political belonging of the
users.
Thanks to Sofia Bersanelli and Alice Bachmann for artist assistance.*Kapwani
Kiwanga* (b. 1978, Hamilton, Canada. Lives and works in Paris, France)
studied Anthropology and Comparative Religions at McGill University
(Canada). She attendes the postgraduate program “La Seine” at Ecole
National Supérieure des Beaux-Arts de Paris (France) and completed her
training at Le Fresnoy – Studio National des Arts Contemporais, Tourcoing
(Francia).
Kapwani Kiwanga was artist in residence at MU Foundation, Eindhoven
(Netherlands) and at Le Manège, Dakar (Senegal); she was nominated twice at
BAFTAs and exhibited internationnally: Centre Pompidou, Paris (France);
Glasgow Centre of Contemporary Art, Glasgow (Scotland); Paris Photo, Paris
(France); Bienal Internacional de Arte Contemporáneo, Almería (Spain); Art
Catalyst, London (UK), Kassel Documentary Film Festival, Kassel (Germany),
Kaleidoscope Arena, Rome (Italy), Maraya Art Centre, Sharjah (U.A.E).
Her recent and forthcoming exhibition project include: WIELS – Centre d’Art
Contemporain, Brussels (Belgium); Bétonsalon, Paris (France); South London
Gallery, London (UK); Jeu de Paume, Paris (France); Berlin Ethnographic
Museum, Berlin (Germany), The Swedish Contemporary Art Foundation,
Stockholm (Sweden); Gallery Marian Goodman, Paris (France); Fondation
Ricard, Paris (France), Salt, Istanbul (Turkey), Irish Museum of Modern
Art, Dublin (Ireland), Tiwani Contemporary, London (UK), Tanja Wagner,
Berlin (Germany). Kapwani Kiwanga is represented by Galerie Tanja Wagner
(Berlin) and Galerie Jêrome Poggi (Paris)

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Viafarini
via Procaccini 4, Milano
+39 02 45471153
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*Simone Frangi*
Artistic Director

*Viafarini DOCVA*
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20154 Milano

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